venerdì 4 marzo 2022

Dorsale del Triangolo Lariano

 Non sprecherò molte parole dal momento che su internet si trovano già molte accurate guide di questo percorso. Scrivo per condividere i pensieri e le emozioni che mi ha suscitato. 




Como


La dorsale del Triangolo Lariano è un percorso escursionistico di circa 38 km che inizia  a Brunate, sopra Como, e finisce a Bellagio. Il territorio del Triangolo Lariano è compreso tra i due rami del lago di Como i cui vertici sono formati dalla città di Como, Lecco e Bellagio.  Dopo aver lasciato l'auto in città a Como, un sabato mattina fresco e limpido ho camminato per un pò fino a raggiungere il lago, da dove ho preso la funicolare per Brunate. Da lì lo strappo iniziale è un infame warm up per le gambe, ma permette di meritarsi subito il panorama incredibile che si può ammirare dal faro voltiano. Poi inizia il cammino, che scegliendo tra la dorsale in cresta oppure a mezza costa permette di attraversare le principali Cime del triangolo, per poi scendere alla Colma di Sormano, risalire fino alla cima più alta del triangolo ( monte San Primo, 1689 mt) e scendere parecchio fino al Lago. 

il panorama dal faro voltiano, a inizio percorso.

Avrei voluto fare questo percorso alcune settimane fa, ma con il meteo che dava brutto e la neve appena caduta non me la sono sentita. Questa volta invece le condizioni erano perfette ( perfette per me): vento, freddo, poca gente, aria limpida ma poca neve. Non amando nè il caldo nè le montagne affollate  farlo in inverno ma senza una quantità eccessiva di neve è la gioia totale. Sono stato ripagato del molto freddo preso ( che forse mi ha anche aiutato ad affrontare il dolore al ginocchio che ogni tanto torna a farsi sentire) con dei panorami di una profondità incredibile, commovente. Cresta dopo cresta Il panorama lentamente cambia, lo sguardo gira da est e nord-est e poi verso nord,  seguendo prima il ramo ovest del lago, poi aprendosi alle montagne che supererò il primo e secondo giorno. 

sul Boletto col pantaloncino tattico. A sinistra il ramo Ovest, dietro le altre cime del triangolo.


Oltre il monte Boletto si prosegue a metà costa fino al bellissimo sentiero dei faggi, che ho scoperto grazie a Francesco, giovane hiker incontrato a Como e col quale ho fatto quasi tutto il trekking. All'ombra dei faggi spogli, in un mare di foglie secche alte fino al ginocchio, sono rimasto in silenzio ad ascoltare i miei passi e il vento frusciare piano.  Abbiamo poi raggiunto la colma di Sormano. Qui pausa riposino sul prato, caffè al bar e siamo ripartiti perchè c'era ancora molta luce. Trovato infine dopo una ventina di km il luogo adatto abbiamo piantato le tende e ci siamo goduti l'ultimo sole e il tramonto sul lago. Sapendo che una volta tramontato il sole la temperatura sarebbe calata di molto,  abbiamo di assorbito tutto il calore disponibile. Ho meditato qualche minuto guardando il lago estendersi e le montagne in lontananza, fino a quando hanno cominciato a brillare le prime luci dei paesi molto più giù.


Arrivata la sera era molto presto per dormire, così ho provato a fare qualche foto col telefono per vedere come se la cavava di notte, e devo dire non male. La notte era trapunta di stelle, come tanti fori fatti da uno spillo attraverso un grande lenzuolo nero. Si vedeva bene anche la via Lattea e il vago chiarore della nebulosa di Orione. 




Dopo una gelida notte nella quale la brina che si condensava all'interno della tenda cadeva come neve sul viso, la mattina ho scoperto di avere tutta l'acqua ghiacciata, compreso il liquido delle lenti a contatto. Per fortuna avevo gli occhiali da vista come back up. Colazione, mezz'ora a litigare coi picchetti per tirarli fuori dal terreno gelato e siamo ripartiti alla volta del monte San Primo, cima più alta del triangolo lariano. sulla sua vetta abbiamo aperto un pò le tende per farle asciugare. Il sacco lo avrei fatto asciugare a casa. Il panorama dalla vetta era incredibile. A nord si vedevano i due rami del lago unirsi verso Bellagio, troppo in basso per essere visibile, anche se sarebbe stata la meta finale.  Girandosi ho ammirato una pianura padana con pochissima della solita foschia, distinguendo bene la torre dell'Unipol di Milano, e più in là l'appennino tosco-emiliano. 
Scendendo mi sono fermato spesso ad ammirare dettagli bellissimi, come questo pruno fiorito con la Grigna come sfondo.







Iniziata infine la lunga discesa che ci avrebbe portati fino Bellagio attraverso prati e poi boschi sempre più tiepidi. Sono contento di come hanno retto le gambe, del meteo, dell'organizzazione minimale dello zaino che mi ha tolto molto peso da schiena e ginocchio e della compagnia del giovane Francesco.  E' stato un buon allenamento per trekking più lunghi....
..sognando il trekking dei sogni...


Cammino leggero 
perchè leggero è 
il mio cuore.






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