da ieri sera, che mi sono allenato in riva al lago maggiore al buio, ho cominciato a meditare sul rapporto che lega la forma al vuoto e a colui( la persona, il traceur, o l'idea stessadi parkour ) che vi si muove attraverso. Il parkour, per il mio modo di viver(lo)e non riguarda solo salti e piegamenti, ma e' una fonte continua di riflessioni e osservazione. muovendomi in silenzio nell'oscurita', senza potermi affidare completamente al senso della vista mi sono dovuto concentrare piu' del solito su ogni ostacolo e ogni movimento, permettendomi di avere percezioni diverse dal solito. Nei precision tra colonne con sotto l'acqua scura ho iniziato a osservare in maniera nuova il momento tra la quiete, gli istanti nell'aria e il successivo atterraggio. Quando la mente e' completamente focalizzata sul momento presente agisce con una efficienza migliore ( cosi mi sembrava almeno), ogni cosa era diversa.
La differenza tra materia e spazio e' apparsa a volte piu' netta, altre piu' labile. Pero' so anche che queste sono solo sensazioni prodotte dai miei sensi ed esserne consapevole fa ritornare alla realta' pura e semplice, senza illusioni e misteri.
(per approfondimenti potete dare un'occhiata all'articolo di Gato Scritto qualche anno fa sul forum apki,
qui)
una pennellata unica, rapida e decisa, un precision su sbarra perfetto.
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