giovedì 24 gennaio 2013

equilibrio

Il ginocchio senza cure non migliora, fra 2 settimane la visita per capire cosa fare. Nel frattempo un mio buon amico mi ha regalato una settimana di palestra gratis e ne sto approfittando per provare un lavoro completamente diverso da quello al quale il mio corpo e' abituato. Non mi ricordavo bene cosa significasse sentire i muscoli come se ti avessero preso a bastonate. Sto facendo le mie prime esperienze con un bilanciere e mi piace sentire come il corpo lavora con una carico diverso dal suo solito peso. Niente corsa sul tapis roulant, solo cyclette alta come riscaldamento. Interessanti i lavori con le macchine, che ho sempre voluto conoscere meglio dal momento che la mia curiosita' per quanto riguarda i diversi metodi di allenamento e' insaziabile, anche se amando lo sviluppo della forza piuttosto che la massa sono i fondamentali (eccetto il deadlift che non mi permettono di fare, uffa) quelli che mi hanno da subito attratto. Nello squat (che faccio super lento perche' il ginocchio non ha piu' alcuna stabilita' e trema come una panna cotta) sono a 60 kg e 40 di panca piana . So che non e' molto ma per non aver mai fatto nulla sono contento. Inoltre finito in palestra posso fare qualche vasca in piscina ( con la tavoletta per rinforzare il ginocchio e...bhe', perche' non so ancora nuotare) e poi una bella sauna seguita dalla doccia fredda.


Queste erano le news.

Volevo scrivere cosa ho fatto ieri per riposare sia braccia che gambe. Ispirato da un vecchio post di Blane sono sceso a Ponte dove c'e' un campo da basket delimitato abbondantemente da una serie di sbarre tutte vicine ( alcune mancano altre ballano). Un buon modo per testare il grip delle Feivue nuove: due ore di equilibio ininterrotto. E' nuvoloso, umido, e ci sono 3 gradi. Poco lontano il Tresa scorre uscendo dal lago di Lugano per gettarsi una decina di km piu' in là nel lago Maggiore. Gorgoglia sbattendo tra i sassi, gabbiani e anatre infreddoliti stanno sugli spalti a guardare stupiti un po' gli altri, un po' i passanti che oggi non hanno voglia di lanciare pane. L'obiettivo e' fare piu' strada possibile, e non ho mai fatto piu' di 20 metri senza cadere. Non sento gia' ora le mani. Calcolo la lunghezza e la larghezza del perimetro con i piedi, calcolando per difetto che misura 32x20 metri, 104 metri a ogni giro. Dopo qualche secondo di raccoglimento scelgo la musica dal lettore e salgo. Ho deciso di fare 2 giri in un senso e 2 in un altro, per non viziarmi a girare il periplo da una parte sola. A ogni giro incontro 3 sbarre che mancano, così allungo il piede piuttosto che rischiare di cadere facendo un precisino di traverso. I primi 6 giri sono tranquilli, ogni tanto mi fermo un istante per soffiarmi il naso. Non ho comunque mai fatto tutta questa strada in equilibrio in una botta sola e infatti verso il nono giro cominciano gli svarioni da percezioni visive. Bruciano un po' le spalle e gli addominali, che lavorano per dare stabilita', cominciano a farsi sentire. Al meta' del dodicesimo giro il dramma: un'allucinazione. mi appare tra la sbarra e i piedi l'immagine della Venere di Botticelli con la faccia di una mia ex.

E cado. Prima di rendermi conto di cosa e' successo e sclerare riparto subito, e l'effetto di vedere per tutto il tempo davanti a me solo la sbarra che scorre dall'alto verso il basso non mi permette di percepire altro, cambio canzoni dal lettore senza guardarlo perche' tanto non riesco a mettere a fuoco. Che Strano! Un vecchio con l'accento napoletano passa e a ogni passo urla "hop! hop! Attento che cAAAdi!" , sta li per qualche minuto a rompere le balle e riparte per fortuna per la sua strada lungo il fiume. Spengo il lettore, ultima mega soffiata di naso e gli ultimi 3 giri li faccio quasi di corsa, con gli occhi socchiusi. Anche se sono caduto una volta ho complessivamente percorso 2080 metri su una sbarra. Ho le mani gelide e piedi belli caldi, faccio una passeggiata in silenzio per schiarire la vista. Ho intitolato questo post" perche' in un' ora e mezza, un passo davanti l'altro ho pensato tanto a chi mi ha amato o ha detto di averlo fatto, e alla solita  solitudine, che a volte mi e' amica e musa altre una parassita che soffoca le belle giornate. Non si puo' dire "fregatene,tirati su" o cose del genere. Non sono il tipo di persona che sa ignorare questi pensieri,ma sono loro a rendermi cio' che sono  nel bene e nel male. Rileggendo il post noto di aver cambiato modo di scrivere. Adesso sembra il diario di Rorschach. Ma non mi importa.
Cammino su questa via continuando a cambiare, conoscendo ogni giorno un nuovo me stesso.