sabato 24 settembre 2011

forma e vuoto

da ieri sera, che mi sono allenato in riva al lago maggiore al buio, ho cominciato a meditare sul rapporto che lega la forma al  vuoto e a colui( la persona, il traceur, o l'idea stessadi parkour ) che vi si muove attraverso. Il parkour, per il mio modo di viver(lo)e   non riguarda solo salti e piegamenti, ma e' una fonte continua di riflessioni e osservazione. muovendomi in silenzio nell'oscurita', senza potermi affidare completamente al senso della vista mi sono dovuto concentrare piu' del solito su ogni ostacolo e ogni movimento, permettendomi di avere percezioni diverse dal solito. Nei precision tra  colonne con sotto l'acqua scura ho iniziato a osservare in maniera nuova il momento tra la quiete, gli istanti nell'aria e il successivo atterraggio. Quando la mente e' completamente focalizzata sul momento presente agisce con una efficienza migliore ( cosi mi sembrava almeno), ogni cosa era diversa.
La differenza tra materia e spazio e' apparsa a volte piu' netta, altre piu' labile. Pero' so anche che queste sono solo sensazioni prodotte dai miei sensi ed esserne consapevole fa ritornare alla realta' pura e semplice, senza illusioni e misteri.
 (per approfondimenti potete dare un'occhiata all'articolo di Gato Scritto qualche anno fa sul forum apki, qui)


 una pennellata unica, rapida e decisa, un precision su sbarra perfetto.
        


martedì 13 settembre 2011

affontando alcune paure

ho il terrore dell' altezza. Quando devo affrontarla ogni mia capacita' semplicemente svanisce, ma solo se devo camminarci, mentre potrei stare appeso a qualsiasi altezza senza problemi. Credo sia il senso di sicurezza che mi offre la presa delle mani, che stando in piedi su un muro o una sbarra alta non ho.
Sto imparando solo adesso ad affrontare questa paura, prima non ci pensavo neanche di camminare su certe altezze. Negli ultimi mesi invece mi impongo, con molta fatica, di concentrarmi e affrontare gradualmente il disorientamento dato dal vuoto. Dai  3 metri in su la mia mente va in allarme e tutto il sangue freddo scompare. Una  volta addirittura stavo fermo su un muretto  a qualche metro da terra, Magik fece un gesto col braccio e la mia vista periferica nel notarlo mi fece perdere il coraggio  cosi faticosamente  trovato. Risultato: per non cadere mi gettai letteralmente contro un muretto vicino aggrapandomi come un gatto epilettico. Non mi vergogno nel raccontarlo perche' ognuno ha le sue paure e questa e' la mia( e poi e' un po' che non parlo di parkour in qusto blog e inizialmente era nato per questo).

Comunque Per la prima volta pochi giorni fa ho camminato su una sbarra (larga quanto un piede,quindi piuttosto facile anche se a me sembrava il filo di un rasoio) a Romolo, famoso spot di milano, lunga una cinquantina di metri e la cui altezza da terra progredisce da 50 cm a circa 6 metri.i primi passi li ho fatti spediti e tranquillo, poi, quando al prato  si e' sostuito il ponte con sotto macchine e asfalto ho cominciato a ripetermi mentalmente a ogni passo di ignorarlo, che sono anni che faccio equilibrio in tutti i modi possibili, su ogni tipo di sbarra e questa non e' diversa dalle altre. Lentamente  fermandomi ogni tanto per recuperare la calma l'ho percorsa tutta. Per molti traceurs e' ovvio lavorare sulle altezze, anzi forse e' proprio questa capacita'di muoversi su superfici ritenute troppo rischiose per chi non pratica  che distingue   traceurs e persone  comuni, ma questo e' il mio tallone d' Achille, la grande  lacuna da riempire nel mio bagaglio tecnico. Pero' lentamente ci sto lavorando.

Ammetto che mi devo davvero sforzare di salire su una sbarra (o un muro, basta che sia in alto) e affrontarla, quando la vedo. Mi osservo con un buffo senso  di incapacita' quando automaticamente mi dirigo verso gli ostacoli e i muri bassi per me cosi familiari e invece poi mi impongo di andare a studiare altri ostacoli e altri problemi. Affrontare le nostre paure e' imparare a conoscere meglio noi stessi, i  nostri pensieri e le reazioni al mondo esterno, diventa quindi per me e' un' occasione per riflettere  (si, anche su questo).

la vita sarebbe ancora piu' triste e monotona senza sfide.Buon allenamento.


Quando cammino, cammino
Quando ho paura, non ho altro che paura.
Tutto questo accade, e io non interferisco mai. 
  

domenica 11 settembre 2011

sii la candela.

Il vento soffia spegnendo continuamente la candela  accesa per illuminare la via. Saro' io la candela.


Quando le circostanze esterne creano sofferenza e desideri, mi concentro e cerco di rendere me stesso un lumino che illumina la strada. E posso illuminarmi il cammino soltanto conoscendo a fondo la mia mente, ecco  perche' la ricerca interiore non ha mai fine.

Per colui che riflette in modo completo, le preoccupazioni e i turbamenti non ancora comparsi non compaiono affatto, e quelli già comparsi si dissolvono. Buddha

domenica 4 settembre 2011

medhi e ghost training in the rain


incollo da youtube
un piccolo spaccato dell' allenamento di oggi.
E' molto utile allenarsi con la pioggia, una sfida per la mente muoversi e aggrapparsi su superfici bagnate.Per non fare un video lunghissimo ho montato solo le idee dell'allenamento di oggi: planche per me (dopo 4 mesi di stop per la spalla), piegamenti per Medhi. Tecnica e trazioni per entrambi.
Spero di non infrangere il copiright Musica:
I'm singing in the rain-Gene Kelly