domenica 10 dicembre 2017

Droga e parkour

Un titolo che non lascia dubbi sull'argomento.
Parlandone con alcuni compagni di allenamento ho avuto modo di riflettere su quanto il problema del doping e delle droghe nell'ADD/PARKOUR/FREERUNNING  stia aumentando in maniera preoccupante, più o meno sotto gli occhi di tutti. 
Negli anni ho dato così per scontato che chi praticasse tendesse ad avere una vita sana e più o meno salutare da non accorgermi che invece il problema dell'ABUSO di droga( fra poco spiegherò cosa intendo per droga) nelle nuove leve (e non solo) sta strisciando tra di noi rischiando di causare un disastro. 
Prima voglio dare una definizione TOTALMENTE PERSONALE di cosa intendo per droghe e per uso e per abuso: una droga è una sostanza di cui si diventa dipendente per necessità fisica o psicologica, tutto il resto è un vizio, un desiderio, un abitudine, ammesso che se ne abbia il controllo totale.
 Uso e abuso: come descritto nella definizione, l'uso è quello che si usa saltuariamente, per scopi ricreativi ( come un cocktail il sabato sera o un tiro d'erba tra amici), che non sia un'abitudine rituale, necessaria o particolarmente sentita. oltre è un abuso, siamo nell'ambito della dipendenza. 
Ma il problema non è l'uso o l'abuso. Non mi importa se chiunque si spacca il corpo di qualunque sostanza, gli appartiene e può farne ciò che ne vuole. Questi sono i due principali punti su cui riflettere:
  •  ultimamente sta passando il messaggio alle nuove generazioni, (messaggio trasmesso dalle vecchie, si intende) che non c'e' niente di male a farsi una canna prima di saltare per ridurre l'ansia, per rilassarsi prima di un allenamento, durante l'allenamento, dopo l'allenamento.  

  • sempre più figure di riferimento (coach, atleti famosi e ragazzi che si allenano da tanti anni) fanno uso di droghe leggere o pesanti ( si, storie di nasi bianchi ) davanti a ragazzi sempre più giovani, ai propri allievi o ad eventi pubblici a cui sono stati invitati, dimostrando quanto sia normale  che un praticante esperto o così forte faccia uso tranquillamente e spesso di sostanze che alterano la coscienza, che danno benessere... e per cui comincia soprattutto a servirne sempre di più o sempre più spesso, per ritrovare quello stato di benessere. Queste persone dovrebbero rendersi conto che la loro influenza è ENORME sulle nuove generazioni, che vedono in loro veri e propri esempi da seguire. Se anche un coach o un atleta invitati a un evento si dovessero far vedere con in mano una semplice canna una volta che l'evento è finito, in un momento informale facendo due chiacchiere con gli altri, rischierebbero seriamente di compromettere l'immagine, magari molto positiva, che hanno costruito durante la giornata. Ricordiamo che il coach non si toglie il costume da insegnante una volta che la lezione è finita ma continua a essere osservato, per cui va ricordato che "l'azione educativa è costante e irreversibile." (Calefato- il parkour in età evolutiva, 2016).
Forse rischio di sembrare semplicemente un bacchettone ipocrita,  ma invito tutti quelli che hanno quest tipo di responsabilità a rifletterci.
E NON SOLO:
credo sia anche ora, quando vediamo comportamenti simili in chi si allena con noi pur non essendo un nostro allievo o spettatore, non di rimproverare semplicemente quel comportamento come una macchia, ma di parlarne tra pari, chiedendo se quella canna ti fa saltare davvero più rilassato, se puoi fare lo stesso salto anche senza,  se quella redbull di fa davvero svegliare per l'allenamento di oggi. Anche quella è una forma di doping, se ti fa sentire meglio e la cui assenza ti manca. Ovviamente non perdendo di vista la gravità dell'abuso di sostanze ben peggiori... e che tristemente si vedono sempre più spesso nei raduni, gli amati raduni. 

1 commento:

  1. È davvero triste leggere tutto questo. Ma la colpa è anche nostra (comunità), perchè a dire "mettila via" ci si mette solo qualche secondo. Invece no, si guarda, si sorride e si fa finta di niente, perchè 'i big sono i big', e tu neopraticante, se anche la pensassi diversamente, saresti in soggezione davanti al gran figuro ed alla comunità, che tacita, approva. Il ruolo degli istruttori è davvero cruciale, il detto 'chi tace acconsente' non è mai stato così reale.

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