sabato 8 febbraio 2014

buttare la minestra.



Si, un' altra riflessione non sul parkour, anche se in qualche modo collegata come sempre all'arte.
Niente stupidi virtuosismi linguistici da poeta zen, sono stanco di queste  cose, per oggi...  e come sempre massima sincerità.

Aristotele diceva che siamo ciò che facciamo ripetutamente. Ho quasi 25 anni, e a parte brevi periodi luminosi, sono di default una persona che si deprime per poco, si infuria di una rabbia cieca per quasi niente, che si lamenta per la sua estrema solitudine ecc ecc ecc... ma che nei fatti fa ben poco per porvi rimedio. Sa di banale, detto così, ma solo ora sto digerendo l'equazione    ABITUDINI=MODO DI VIVERE.
Una parte di me è sempre stata consapevole che le cose cambiano solo se ci si lavora attivamente per farlo, che non succede spontaneamente solo perchè si crede di meritarle, andiamo! Un'altra parte, la più forte, si compiace di sguazzare in questo "brodo caldo", come l'ho battezzato, fatto di una base di auto vittimismo con pezzi galleggianti di si, veri motivi per essere triste, problemi, traumi, cose impossibili da dimenticare, ma che danno fin troppo sapore a questa minestra che  mi riscaldo e mangio tutti i giorni con gran gusto e con nausea. Non sono il più sfortunato degli umani e neanche il migliore, sono solo uno dei tanti. Ma che invece di svegliarsi un giorno, guardarsi indietro e avere solo rimpianti, può guardarsi ADESSO le mani, guardarsi dentro e chiedersi: cosa posso fare se voglio che le cose cambino?






Quando mi è stato detto "impara ad amare te stesso, se vuoi che qualcuno ti ami", in risposta alla mia infinita gnagnaggine della solitudine, della ricerca dell'amore..non sapevo che dire, se non qualche balbettio sul fatto cheil mondo è ipocrita, che le persone sono brutte e povere dentro ecc..cosa vera, ma sul quale non ho potere mentre su di me...Ma partiamo dalle basi, provo a farmi delle domande semplici, e proverò a darmi delle risposte semplici.


Cosa significa amare se stessi?
Beccatevi una delle mie citazioni preferite, che a forza di ripeterla centinaia di volte come un mantra l'ho fatta mia, e ora, colte  tutte le sfumature posso ripeterla.  Weir di Hermiston, di R. L. Stevenson:
"Io sarò molto tranquillo, rispose Archie, e sarò franco: io non amo mio padre, anzi a volte mi domando se non lo odio. E' la mia vergogna, forse il mio peccato, ma almeno e davanti a Dio, non è mia la colpa. Come potevo amarlo! Lui non mi ha parlato mai, non mi ha sorriso mai, e credo che non mi abbia mai toccato nemmeno. Aveva paura della morte più che di qualsiasi altra cosa ed è morto come aveva sempre pensato, mentre cadeva la prima neve dell'inverno."
Sono diversi i significati interpretabili, tra cui anche quello del padre..( chi non ha avuto un padre lo sa)  e io ora ci  leggo qualcosa su di me. Io mi voglio bene? Come vedo il Danilo che si vuole bene? che cosa faccio di effettivo per il mio benessere? Negli anni di pratica di pakour ho imparato a rispettare e a conoscere il mio corpo, i suoi ritmi, i suoi bisogni, ho imparato a volergli bene, a dargli il giusto riposo, il giusto riscaldamento,  il giusto nutrimento. Ma non so fare niente di tutto questo per la mia anima. E posso partire da qui:
dall' imparare a fare ciò che serve per farmi stare bene, sul serio. Mi sento solo? allora cercherò una compagnia, sempre persone che come me cercano la  verità ,persone  cristalline. Senza scuse del cazzo del tipo " sono timido, non so parlare con gli altri, non so che dire", e ogni volta me ne invento di nuove. Sono in silenzio per la maggior parte del tempo, e penso, penso penso. Ne avrò pur di cose da dire!
Come cambiare atteggiamento?

Come ha detto la mia saggia amica-coach-spacca-culi, coltivare pensieri negativi e positivi fa spendere la stessa quantità di energia, dunque perchè preferisco coltivare quelli brutti umidicci e sporchi?
La risposta torna sempre alle abitudini, a quello che facciamo sempre, appunto per abitudine, fino a quando la mia mente sa fare solo quello, ed è un atteggiamento dannoso. Cosa succede se ripetete sempre gli stessi soliti esercizi e movimenti nel vostro allenamento? che farete solo quello, il che causa a sua volta il  VOLER fare solo quello, e poi il SAPER fare solo quello. Il vostro allenamento diventerebbe noioso, limitato, dannoso per i tendini, per i muscoli, per la fantasia, per i percorsi neurali, per il concetto stesso di vita, che altro non è che il fare nuove esperienze, nuove! Dunque mi sto impegnando( questo post è stato scritto nel corso di diversi giorni, sia per la mancanza di tempo sia per  poter pensare con calma  a cosa scrivere e nel frattempo già applicarlo) per fare proprio quelle cose che credo di non saper fare.. Sorridere, tanto per cominciare. Provare a mettere una bella canzone in casa, uscire, chiudere l'ufficio reclami e iniziare a fare una cosa magari, piccola , ma che fa la differenza dal mio solito atteggiamento. Il primo giorno dell'anno mi sono fatto dare apposta uno schiaffone. Perchè? perchè è una cosa che non ho mai fatto. Una cosa stupida forse, ma era un'esperienza che mi mancava, e questa è solo una delle migliaia che devo fare.
Perchè voglio capire, devo conoscere, conoscermi, e solo attraverso questi esperimenti posso comprendere meglio chi sono, come reagisco, come agire domani. Non si parla di mega rivoluzioni spirituali, ma di agire sull'atteggiamento, qualcosa che ci accompagna da quando ne abbiamo coscienza, fino a quando a poco a poco prende letteralmente il possesso, e ci fa diventare qualcuno  che non avremmo voluto diventare. Mi voglio scrollare questa polvere di dosso, e cosa c'e' di meglio che provare quei pensieri e quelle azioni  che per scuse, paura, timidezza non ho mai vissuto?

Per ricollegarmi al parkour porto un altro esempio: il classicissimo "essere forti per essere utili", nel quale ho creduto fermamente per anni. Che senso ha essere fisicamente forte come un treno per essere di aiuto agli altri quando non so essere d'aiuto a me stesso, utile in primis alla mia persona? Dove cazzo è la coerenza  in tutto questo? Da dove provengono le risorse che davvero possono tornare utili nella vita se non da un atteggiamento propositivo, aperto, libero da pippe mentali spesse come sbarre di prigione? Oh , man , mi soprendo così tanto quando provando a cambiare "stile" di pensiero cambi il modo di vedere il mondo! Per non parlare di come reagiscono gli altri! E attenzione, qui non si tratta di diventare un' altra persona o di diventare ipocriti, ma solo di tirare fuori una parte di me che è GIA' presente, è lì, dentro, e aspetta solo di potersi manifestare.

Provare a cambiare un pò stile ogni tanto, vestirsi come un bel ragazzo, piuttosto che chiudermi nel mio guscio del " sono così, se mi vogliono, bene, altrimenti peggio per loro." Queste cose andavano bene a 16 anni, quando si vive di assoluti, per conoscerli, per conoscere il mondo. Lanciando i limiti della propria e dell'altrui tolleranza sempre più in là, ma ora sento che questo pensiero non mi appartiene più, non mi ci riconosco. Credo stia diventando grande.


Si come una giornata bene spesa dà lieto dormire,
così una vita bene usata dà lieto morire.
Leonardo da Vinci