mercoledì 20 marzo 2013

Giro di boa

Giro di boa perché' fra pochi giorni compierò' 24 anni. In realtà' il numero dell'età' anagrafica per me, sento già' da un po' di aver pagato il prezzo per la mia maturità'. Giro di boa perché' non e' certo con un compleanno che la vita cambia, pero' penso sia ora di cambiare un po' di cose della mia vita. Canzoni che ascolto ,libri che leggo, persone che incontro e stagioni che si succedono stanno cambiando lentamente...me.


Prima o poi dovrò' lasciarmi il passato alle spalle, e oggi voglio cominciare a farlo. Ho pensato cosi' forte a una persona che forse ho cominciato a idealizzarla. Ci ho pensato così a lungo che le stagioni si sono fatte spazio una dopo l'altra e me ne sono appena accorto. Questo mi ha fatto male, e contrariamente a quanto scritto nell'ultimo post, voglio fare qualcosa di più' che compatirmi, eh si. Lo scrivo ancora: Voglio fare qualcosa di più' che compatirmi,voglio fare qualcosa di più' che compatirmi. E' vero che non trovo lavoro, e' vero' che non ho un diploma di scuola superiore ( superiore a cosa poi, mi fa ridere pensarci vedendo certe persone diplomate "superiormente" e ignoranti come gambi di sedano) ma non per questo sono un fallito. Non voglio che la mia realizzazione consista in una carriera senza pretese in un posto senza pretese con colleghi e capi che, senza pretese, perdono i capelli affogando nello stress di un lavoro che odiano, nè tanto meno nel dovermi giustificare perché' sul mio curriculum la scritta istruzione sia riempita soltanto da un misero diploma di scuole inferiori. Inferiori a cosa? Ho imparato piu'cose da quando ho lasciato la scuola che frequentandola, grazie alla mia curiosità'. Ho cambiato e migliorato più' me stesso attraverso l'introspezione, che grazie a corsi umilianti di comunicazione e marketing in cui ogni povero diavolo coi suoi problemi viene costretto a raccontare episodi imbarazzanti davanti ad altre persone imbarazzate e confuse.

NO,GRAZIE.

A proposito di questo cambio un attimo argomento prima di raccontare le news per raccontare qualcosa a cui tengo:



Voglio citare un fatto avvenuto un paio di mesi fa, a un piccolo raduno a Milano, con molti vecchi e buoni praticanti e altre persone che non conoscevo. Finito l'allenamento me ne sono andai come sempre senza fare rumore, in metro per tornare a casa, e un ragazzino che non conosco si avvicino' e mi dice:" ah ma tu sei ghost vero?! Uo grande ho sentito parlare di te, sei fortissimo, ho visto i tuoi video, sei proprio un boss. Si, il boss!" Avrà' avuto quindici anni, mi disse che questo e' stato il suo secondo allenamento, non mi ha mai visto prima eppure mi tratto' con tantissimo rispetto. E in risposta borbottai qualcosa e mi girai dall'altra parte, perché' quel giorno ero nervoso e non stavo bene. Così facendo tolsi tutto l'entusiasmo e probabilmente rovinato la giornata e tutta la stima che quel ragazzino aveva . E me ne vergogno profondamente. Solo poche sere fa una cara amica, facendomi quasi piangere per la vergogna( questa persona ha una capacita' di guardarti dentro, di oltrepassare ogni tipo di barriera difensiva psicologica fuori dal comune) mi ha fatto davvero riflettere su questi e altri atteggiamenti che hanno ferito delle persone. Me ne vergogno, soprattutto perché' anche io, a suo tempo, sono stato trattato proprio nello stesso modo da persone che stimavo molto ed erano già' bravi praticanti quando io avevo appena cominciato. Da quel giorno ho potuto conoscere più' a fondo quelle persone, ma ormai il mio modo di vederle e' rimasto quello della prima impressione, cioè' quello di persone arroganti, superbe, che non conoscono l'umiltà' e non riconoscono il valore che davo loro, che non vedevano cosa rappresentavano per me e che, solo perché' erano forti e io no, non meritavo neanche una stretta di mano. Proprio come quel povero ragazzo pieno di entusiasmo, al quale ho spento il sorriso mettendomi gli auricolari e ignorandolo. Mi dispiace tanto, stasera l'ho capito: non era mia intenzione farti del male. Non era mia intenzione fare del male a nessuna delle persone a cui ne ho fatto. Compreso me stesso. Mi sono reso conto che il motivo per cui ai raduni il classico gruppetto dei vecchi e forti praticanti mi ha sempre (educatamente e senza che si vedesse eh, questo va detto) ignorato, escluso dal gruppo, e' per l'atteggiamento che avevo anche io. In parte e' colpa mia. Questo atteggiamento che ho tenuto praticamente da tutta la vita e' quello che ha causato sofferenza negli altri, e' quello che fa si che agli allenamenti,coloro che si vogliono avvicinare e dirmi qualcosa l'ottanta per cento non si avvicina e il restante venti si avvicina con prudenza e prima di formulare qualsiasi domanda mi chiede" sei incazzato?".

No, assolutamente, io voglio che mi parliate, voglio che vi avviciniate, che mi diate un po' di calore umano! Una parola, un consiglio, una stretta di mano! Ma evidentemente il mio corpo dice qualcos'altro. Un certo sguardo, le classiche chiusure (braccia conserte ecc, isolamento involontario) e un modo di dire le cose aggressivo,brusco, e apparentemente scazzato hanno sempre tenuto chi speravo si avvicinasse, lontano. A distanza di sicurezza. Questo crea un circolo vizioso: sto male perché' mi sento solo, il mio corpo lo esprime e le persone lo temono e più' stanno lontane più' mi sento solo. Ed e' per questo (che fin'ora non avevo mai capito) che quando sono fidanzato e sto bene, il mio corpo lo esprime e le ragazze si avvicinavo,con mia gradita sorpresa,(un po' meno gradita per lei) mentre quando sono solo e solo mi sento, stanno tutti lontano, aumentando il mio disagio che aumenta quindi la distanza. E questo ha cambiato tutto il modo in cui sono cresciuto e mi sono relazionato con gli altri. Forse un tempo questa mia chiusura, i muri che alzavo più' rapidamente di un muratore incazzato mi aiutava, quando era il caso( un periodo della mia vita che non mi va di raccontare qui), ma ora le cose sono cambiate. Ragazzini che desideravano avvicinarsi per chiedermi come mai saltavo di qua e di là, ragazze che ( si, incredibile ma vero, qualche volta e' successo) mi sorridevano, e quando le guardavo (con interesse, cercando di non fare ne' la faccia da maniaco ne quella da serial killer) se ne andavano in fretta, ferendomi.

Da un paio di anni a questa parte non avevo neanche più' il coraggio di guardare le persone in faccia quando parlavo, dal momento che il mio sguardo sembrava metterle a disagio, cosa che non volevo fare. E quando quella sera la mia amica (che mi ha anche aiutato col libro di poesie che sto per pubblicare e alla quale ho chiesto che fosse la prima a leggere) mi ha guardato attraverso, oltre tutti i miei muri, i miei occhi che sfuggono ai suoi, fin dentro i miei punti deboli e le mie paure....mi sono sentito così vulnerabile, come mai mi ero sentito prima, nudo, inerme. E naturalmente mi sono difeso, borbottando qualcosa senza senso, guardandola nel peggiore dei modi, stringendo i pugni, alzandomi dalla sedia per farla (inconsapevolmente) sentire sola ed esclusa, ma era inutile. Il suo sguardo mi ha trapassato vedendo tutto, vedendo cose che neppure chi mi e' stato vicino per anni, ha saputo capire. E' stato spaventoso. Una cosa per me indescrivibile, sarebbe stato più' facile incassare dei pugni in faccia...ma e' stato utile. Quella sera ho fatto un piccolo passo avanti verso una migliore conoscenza di me stesso, verso una futura riconciliazione con me. Non abbiamo parlato solo di questo, ma soprattutto di questo. L'ultima cosa che mi ha detto prima di andare e' stata:

Impara a fidarti di te stesso.



E stasera vado ad allenarmi in piazza a Varese, così luminosa coi molti lampioni arancioni di recente installazioni, e così tranquilla la sera. non vedo l'ora.

P.S.: Non ci sono molte novità'. Leggo tantissimo in questo momento, ancora poco e riuscirò', a spese mie, a stampare una cinquantina di copie del mio libro, se mi bastano i soldi. niente PDF, non e' paragonabile al contatto delle dita con la carta ruvida, col piacere (almeno per me) di sfogliare, di cercare tra le pagine. Se e' così anche per voi, allora quando esce compratelo :)