venerdì 14 ottobre 2011

bonsai

Ho pensato molto alla mia condizione di persona e di traceur nelle ultime settimane,  generalmente all'insegna della depressione e di una appiccicosa insoddisfazione per ogni azione-pensiero-movimento-atteggiamento che ho.
ci ho pensato perche' mi hanno detto delle cose di me che non immaginavo, che mi hanno colpito molto( le parole in particolare non contano)  e cosi'  le domande che mi sono sempre posto sono diventate troppo insistenti nella mente, tanto da non lasciarmi piu' pace per qualcos'altro. Allora qualche sera fa ho preso in mano il quadernino, mi sono guardato dentro chiedendomi:COSA VOGLIO? Ho scritto cio' che veniva.
E per la prima volta ho avuto le idee chiare su cosa desidero, su cosa penso mi manchi e sul perche' dei miei sentimenti e atteggiamenti, soprattutto nell'ambito del parkour, ma non solo.
 Cosi' ho messo in pratica ( che e' diverso dal capire ma senza agire di conseguenza attivamente) cio' che ho capito: non ha senso dopo tutti questi anni deprimermi se qualcuno riesce a muoversi in un determinato modo ed io no, arrabbiarsi per errori del passato e compiangersi se non riesco a fare qualcosa, piuttosto che alzarmi e continuare a provare, oggi, domani e finche' ci riusciro'. Ma con serenita'. Il parkour non e' una guerra da vincere a ogni costo.

-quel salto non e' stupido perche'  tutti l' hanno fatto ed io no;
-IO non sono stupido perche' tutti hanno fatto quel salto ed io no;
-quel salto sara' li anche domani, che senso ha incazzarmi perche' non riesco a farlo ora? E una volta fatto, perche' trattare lui ( ecco, che salto stupido, era proprio una cazzata!) e me( che idiota sono, perche' ci ho pensato tanto per fare un salto cosi facile? ) con disprezzo?
Ho aperto gli occhi su questi...e  altri pensieri  che mi creavano infelicita' e ho deciso di smettere. Il mio esercizio  da oggi sara' di  gettare ogni giorno questa spazzatura della mente prima che cominci a puzzare. Imparare a buttar via tutto quello che non mi serve dentro di me. La spazzatura e' tutto cio' che mi separa dalla sola cosa che conta...questo momento, qui, ora.
Cosi', per festeggiare questo piccolo momento di comprensione ho comprato un bonsai, che oltre ad essere una creatura vivente da curare e rispettare e' anche un magnifico mezzo di meditazione. In quanto pianta e' un piacevole contatto con la natura, e poi il bonsai e' qualcosa in lenta, continua crescita, pur essendo cosi piccolo e' comunque  un albero adulto pieno di energia ( il mio che aspettava all' auchan a 4 euro e 99 un po' meno forse). Mi ci vedo un po'.
Le cose vanno a volte bene altre meno, ma non arrenderti mai.

like a boss

sabato 24 settembre 2011

forma e vuoto

da ieri sera, che mi sono allenato in riva al lago maggiore al buio, ho cominciato a meditare sul rapporto che lega la forma al  vuoto e a colui( la persona, il traceur, o l'idea stessadi parkour ) che vi si muove attraverso. Il parkour, per il mio modo di viver(lo)e   non riguarda solo salti e piegamenti, ma e' una fonte continua di riflessioni e osservazione. muovendomi in silenzio nell'oscurita', senza potermi affidare completamente al senso della vista mi sono dovuto concentrare piu' del solito su ogni ostacolo e ogni movimento, permettendomi di avere percezioni diverse dal solito. Nei precision tra  colonne con sotto l'acqua scura ho iniziato a osservare in maniera nuova il momento tra la quiete, gli istanti nell'aria e il successivo atterraggio. Quando la mente e' completamente focalizzata sul momento presente agisce con una efficienza migliore ( cosi mi sembrava almeno), ogni cosa era diversa.
La differenza tra materia e spazio e' apparsa a volte piu' netta, altre piu' labile. Pero' so anche che queste sono solo sensazioni prodotte dai miei sensi ed esserne consapevole fa ritornare alla realta' pura e semplice, senza illusioni e misteri.
 (per approfondimenti potete dare un'occhiata all'articolo di Gato Scritto qualche anno fa sul forum apki, qui)


 una pennellata unica, rapida e decisa, un precision su sbarra perfetto.
        


martedì 13 settembre 2011

affontando alcune paure

ho il terrore dell' altezza. Quando devo affrontarla ogni mia capacita' semplicemente svanisce, ma solo se devo camminarci, mentre potrei stare appeso a qualsiasi altezza senza problemi. Credo sia il senso di sicurezza che mi offre la presa delle mani, che stando in piedi su un muro o una sbarra alta non ho.
Sto imparando solo adesso ad affrontare questa paura, prima non ci pensavo neanche di camminare su certe altezze. Negli ultimi mesi invece mi impongo, con molta fatica, di concentrarmi e affrontare gradualmente il disorientamento dato dal vuoto. Dai  3 metri in su la mia mente va in allarme e tutto il sangue freddo scompare. Una  volta addirittura stavo fermo su un muretto  a qualche metro da terra, Magik fece un gesto col braccio e la mia vista periferica nel notarlo mi fece perdere il coraggio  cosi faticosamente  trovato. Risultato: per non cadere mi gettai letteralmente contro un muretto vicino aggrapandomi come un gatto epilettico. Non mi vergogno nel raccontarlo perche' ognuno ha le sue paure e questa e' la mia( e poi e' un po' che non parlo di parkour in qusto blog e inizialmente era nato per questo).

Comunque Per la prima volta pochi giorni fa ho camminato su una sbarra (larga quanto un piede,quindi piuttosto facile anche se a me sembrava il filo di un rasoio) a Romolo, famoso spot di milano, lunga una cinquantina di metri e la cui altezza da terra progredisce da 50 cm a circa 6 metri.i primi passi li ho fatti spediti e tranquillo, poi, quando al prato  si e' sostuito il ponte con sotto macchine e asfalto ho cominciato a ripetermi mentalmente a ogni passo di ignorarlo, che sono anni che faccio equilibrio in tutti i modi possibili, su ogni tipo di sbarra e questa non e' diversa dalle altre. Lentamente  fermandomi ogni tanto per recuperare la calma l'ho percorsa tutta. Per molti traceurs e' ovvio lavorare sulle altezze, anzi forse e' proprio questa capacita'di muoversi su superfici ritenute troppo rischiose per chi non pratica  che distingue   traceurs e persone  comuni, ma questo e' il mio tallone d' Achille, la grande  lacuna da riempire nel mio bagaglio tecnico. Pero' lentamente ci sto lavorando.

Ammetto che mi devo davvero sforzare di salire su una sbarra (o un muro, basta che sia in alto) e affrontarla, quando la vedo. Mi osservo con un buffo senso  di incapacita' quando automaticamente mi dirigo verso gli ostacoli e i muri bassi per me cosi familiari e invece poi mi impongo di andare a studiare altri ostacoli e altri problemi. Affrontare le nostre paure e' imparare a conoscere meglio noi stessi, i  nostri pensieri e le reazioni al mondo esterno, diventa quindi per me e' un' occasione per riflettere  (si, anche su questo).

la vita sarebbe ancora piu' triste e monotona senza sfide.Buon allenamento.


Quando cammino, cammino
Quando ho paura, non ho altro che paura.
Tutto questo accade, e io non interferisco mai. 
  

domenica 11 settembre 2011

sii la candela.

Il vento soffia spegnendo continuamente la candela  accesa per illuminare la via. Saro' io la candela.


Quando le circostanze esterne creano sofferenza e desideri, mi concentro e cerco di rendere me stesso un lumino che illumina la strada. E posso illuminarmi il cammino soltanto conoscendo a fondo la mia mente, ecco  perche' la ricerca interiore non ha mai fine.

Per colui che riflette in modo completo, le preoccupazioni e i turbamenti non ancora comparsi non compaiono affatto, e quelli già comparsi si dissolvono. Buddha

domenica 4 settembre 2011

medhi e ghost training in the rain


incollo da youtube
un piccolo spaccato dell' allenamento di oggi.
E' molto utile allenarsi con la pioggia, una sfida per la mente muoversi e aggrapparsi su superfici bagnate.Per non fare un video lunghissimo ho montato solo le idee dell'allenamento di oggi: planche per me (dopo 4 mesi di stop per la spalla), piegamenti per Medhi. Tecnica e trazioni per entrambi.
Spero di non infrangere il copiright Musica:
I'm singing in the rain-Gene Kelly

domenica 28 agosto 2011

6 giorni in Val Fontana

Sono stato fortunato. spendendo circa 30 euro ho avuto la possibilita' di stare per alcuni giorni  tra alcune bellissime montagne valtellinesi e di conoscere persone (ognuna a suo modo) straordinarie  che mi hanno fatto capire la... ma andiamo con ordine.
6.00, suona la sveglia, lo zaino pieno di  malumore della sera prima e' li vicino al letto che mi aspetta, e nelle altre tasche ho solo le poche cose che mi servono. Te' e una banana, scarpe, chiavi di casa  e sono fuori, l'aria e' fresca e me la godo visto che di solito mi alzo quando e' gia tardi e afoso, un errore. Treno per Milano, solita metro e in pochi minuti sono in centrale, la magica enorme stazione centrale dove puoi visitare tutti gli stati del mondo solo guardandoti intorno, negli occhi dei viaggiatori con zaini logori o eleganti valigie trolley.
Il mio trenino per Sondrio e' gia' li che mi aspetta. Si Sondrio, vi aspettavate un epico viaggio in bici? Stavolta no.
Aspetto ancora un po' prima di salire, guardo  come sempre il binario21 , la gente che parte o arriva con le valigie piene di sogni o di tristezza, il soffitto a vetri curvo  che gia' fa l'effetto serra e salgo. Nel giro di un quarto d'ora ho la campagna monzese, il treno e' silenzioso, cosi mi perdo tra i pensieri e le domande del posto in cui sto andando, le persone che conoscero', e leggendo il libro che mi sono portato trovo per caso tra le pagine un biglietto da Milano centrale a Torino  datato 19 luglio 1987, 8700 lire. Chissa' a chi e' appartenuto questo biglietto e il libro che ancora viaggia su un treno da Milano, comunque torna utile essendo diventato il nuovo segnalibro. Verso le 10 compare il lago di Como, la Ragazza due posti dopo mi guarda schifata, vabbe' sarai  bella tu no!

Arrivo a Sondrio e dopo qualche minuto per orientarmi mi incammino verso Ponte, dove mi aspettano. Pollice fuori, foglio con scarabocchiato il nome della destinazione aspetto sforzandomi in un mezzo sorriso alla Monna Lisa per un passaggio, ma niente. Si avvicina un tipo che dopo mille domande mi offre di dargli i soldi per prendermi il biglietto del bus perche' l'autostop qui e' pericoloso e bla bla bla,  lo semino con stile e continuo e 3 minuti dopo ecco i simpatici vigili scassarmi le palle con le norme della strada... ok oggi il karma dice niente autostop. Prendo il pullman e sono in paese, Susanna ed Edo mi trovano subito.
Poco dopo il leggendario nonno Italo sulla Leggendaria panda 4x4 ci scarrrozza fino alla baita,a 1600 metri sparati nella Val fontana e il nome e' meritato: torrenti cristallini ovunque, pini coperti di muschio e licheni di tutti i colori. Premetto che le parti piu' personali del mio amore per la natura e le montagne sono difficili  difficile da descrivere, cosi saro' breve a costo di sembrare superficiale, chiedo perdono. Tempo di mollare nella baita o zaino e godermi un attimo l'aria limpida che vedo  il nonno tornare col prossimo carico di viaggiatori-questi provenienti da Trani, che ancora non conosco. mmmm Si avvicinano, sembrano amichevoli ma senza essere invadenti, mi stringono la mano(stranamente ricordo subito i loro nomi), e appoggiano anche loro gli zaini, dopotutto hanno fatto molta piu' strada e ore di me. Come sempre me ne sto sulle mie per diverse ore, poi scopro che piu' o meno praticano tutti  e perdo qualche pezzo di ghiaccio e il modo miglio migliore e' scendere subito  a valle a fare qualche salto tra i sassi-a dir la verita' enormi sassi portati giu' dai ghiacciai- e fare 2 chiacchiere. Scopro che sono tutti vegetariani, alcuni vegani,  e che non si sentono a disagio solo perche' parlo poco e la  cosa mi  colpisce ( prima delle cose che mi fara' apprezzare queste persone).
Facendo sera abbiamo la possibilita' di conoscerci meglio, si parla di come abbiamo cominciato, di come ci alleniamo, delle diverse filosofie-anche se in maniera superficiale ora- e del fatto che faro' fatica a mangiare solo verdure per 4 giorni, ma ci provero'. Dopo una bella cena e un giro di esplorazione in solitaria  facciamo un po' di ordine e buttiamo giu' coperte e sacchi a pelo, e tanto per provare prima di dormire quando ormai e' buio diamo un occhiata fuori e ci commuoviamo davanti allo spettacolo!(da qui contino al passato,mi ci trovo meglio)
 Non avevo mai visto tante stelle... perfettamente al buio, rinchiusi tra le montagne ma con molto cielo visibile e lontani dalle luci delle citta'  ci e' stato offerto ogni sera uno spettacolo struggente... la Via Lattea occupava in larghezza quasi meta' cielo, ed era perfettamente chiara e definita, snodandosi nel senso della lunghezza della valle, in modo da vedersi al massimo del suo splendore. Satelliti ogni pochi secondi passavano rapidi e silenziosi,come a guardarci a loro volta, e ogni tanto una stella cadente. Mute, ci illuminavano tanto da proiettare un lievissima ombra, e mi tornavano in mente i versi della canzone di Marinella di De Andre'.
I giorni sono stati intensi e bellissimi, fino al quarto, in cui gia' dalla mattina ho sentito come un senso di ombra addosso( non saprei come definirlo meglio) ritrovandomi a camminare in una meravigliosa valle come fossi nella selva oscura di Dante, ascoltando sempre le stesse canzoni che mi facevano pensare al passato che non vuole andarsene, e piu' guardavo in alto peggio stavo. Per alcune ore ho camminato, poi ho trovato un mucchio di sassi ancora tiepido e mi sono seduto,osservando. Quelle nuvole sfioravano veloci le vette delle montagne illuminate dal tramonto e con la loro bellezza mi commuovevano  e mi sono sentito come preso in giro...perche' tutta questa bellezza fuori da me quando dentro e' tutto cosi oscuro? i ricordi non mi abbandonano, il suo ricordo mi riempiva di dolore, di rimpianti per qualcosa che non si puo' piu' cambiare,e mi sono lasciato andare alle lacrime senza farmi vedere. ma questo non mi consolava, e guardando il tramonto, invaso dalle zanzare, nascosto nella mia  felpa continuavo ad ascoltare i versi di Dante ( questi ,questa versione e' quella che conosco e che ascolto centinaia di volte quando ripenso a lei,perche' questo fu per me conoscerla, una nuova vita)  che tanto intensamente rievocavano  ricordi e sogni perduti. Cosi anche la sera, quando non avevo neanche fame, me ne stavo sulla mia coperta ascoltando quel pezzo e varie musiche, quando mi sono seduto con gli altri tanto per fare compagnia e di sorpesa mi e' stato messo comunque un piatto davanti, con un sorriso: un sorriso...
nonostante fossi stato freddo e distante,e un piatto caldo, anche se avevo detto di non avere fame... per la prima volta mi sono sentito parte di qualcosa, una famiglia forse, o un gruppo di amici, comunque per la prima volta ho sentito del calore umano disinteressato nei miei confronti, qualcosa che non avevo mai sentito cosi forte dentro di me, come se qualcuno mi avesse tirato fuori dal fondo di me stesso con una gigantesca mano per farmi tornare tra le persone, dove si chiacchiera e si ride. Mi e' davvero difficile descrivere la sensazione che ho provato in quel momento, comunque sia mi ha decisamente fatto star meglio,e ringrazio infinitamente quella persona, che non conoscendomi non puo' comprendere fino in fondo il mio solito stato d'animo. La serata e' finita benissimo, con la strana abitudine che abbiamo preso quelle sere di fare un'altra colazione prima dormire,forse una scusa per chiacchierare ancora tutti insieme. gli ultimi giorni sono stati dedicati a salti,relax, escursioni, meditazioni mattutine (seduti, impignando sassi, stando con le mucche e le capre che salivano a trovarci dalla valle per qualche carezza e un po' d'erba fresca o guardando le cime rocciose illuminate dalle prime luci dell' alba). Io personalmente ho potuto (cosa eretica nello zen) chiacchierare con qualcuno che medita del suo modo di porsi in relazione alle circostanze interne ed esterne, del modo di stare seduti ecc, ho mostrato perche ' impigno i sassi e sembra che a qualcuno sia piaciuto.
 Sono stati diversi i momenti in cui (difficile solitamente per me aprirmi e  parlare di cose personali) ho potuto dimenticarmi per qualche ora del senso di presagio che mi risucchia prima di stare accanto ad altre persone,e parlare,solo nelle ore piu' calme,  di argomenti solitamente pseudo-filosofico esistenziali, almeno con alcuni di loro. E' stato comunque facile nonostante fossimo in 7,
ritagliarci dei momenti solo per noi (indispensabili per me) in cui poter riflettere soli coi propri pensieri,aiutati dall'aria, dall'acqua e dal cibo puri, oltre che dai magnifici paesaggi che ci sono stati offerti, ogni ora diversi in base alla luce e alle nuvole.
 L'ultima cena insieme a casa di Susanna prima di dividerci, i ragazzi di Trani a Milano e poi a Orio per l'aereo, io il giorno dopo a casa. Un abbraccio sincero e poi via. La mattina dopo sono ripartito, stavolta con lo zaino pieno di pace e di silenzio, anche se stordito da tutto il rumore delle persone ,dei mezzi e della citta' a cui mi ero disabituato. Milano non mi e' mai sembrata cosi affollata, la metro cosi  piena di persone tristi e la casa cosi piena di cose inutili come l'acqua calda. Le foto sono in HD,cliccandole potete guardarle un po' meglio

  Sul vecchio tronco
dove prima ho pianto,
fiorisce un giglio.
 



  
  



sono stati dei momenti incredibili



qualcuno non e' contento di essere ripreso in fase creativa





lunedì 4 luglio 2011

il mostro potente e nebuloso

l'inizio dei post e' sempre un problema per me(come il titolo, stavolta frase non a caso da Moby dick).
Non so se e' il momento giusto per scrivere, ma ho un po' di pensieri che sento il bisogno di buttare giu'. Mi e' stato detto che scrivo cose troppo personali su questo blog per poter essere capite e non travisate o malintese come spesso succede. So che e' cosi ma dopo diversi quaderni riempiti di pensieri ora sono nella fase blog, quindi non rompere Magik :D.
Da 2 mesi non posso usare la spalla per un infortunio, causato dalle settimane intensive di dyno e trazioni negative a un braccio su cui lavoravo ad aprile che mi hanno portato a una tendinite con possibile lesione( che non sapro' mai visto che con la burocrazia degli ospedali mi sono arreso,aspettare 3 mesi per fare un' inutile radiografia supera la mia pazienza)  dei rotatori e bla bla vari. Sta di fatto che le possibilita' di movimento almeno per un'altro mese sono limitate, e non aiuta visto che sono gia in un periodo un po' cosi.

Ho amato molto,ora di nuovo solo, si va avanti in qualche modo.

Non trovo nuovi stimoli, tecnicamente  non progredisco da almeno un'anno, allenandomi quasi sempre da solo mi annoio in fretta, e ci metto giorni, settimane (a volte ci rinuncio) per sbloccare qualche salto che necessiterebbe non piu' di 10 minuti di studio. Sento solo il bisogno (per quanto riguarda il parkour) di trovare nuovi stimoli, qualcosa di diverso per rinfrescare un  po' questa mente polverosa. Non ho scuse per evitare di potenziare gambe e gli addominali, che come mai prima mi sento sottotono e fuori forma. Una volta guardavo un video e non arrivavo neanche a meta' che ero gia' fuori di casa a correre, ora a volte non arrivo a finire il riscaldamento senza sentirmi vuoto; vedo i muri del mio parco che conosco cosi bene quasi guardarmi ostili come ad ammonirmi, e' inutile che mi sbatta per essere sempre piu' forte e piu' saggio, se la volonta' di un uomo si piega quanto i fili d'erba nel vento. Hanno ragione solo finche'  non mi riprendo e la smetto di vivere preda dell' inquietudine. Quello che mi serve per vivere in pace e' in gran parte dentro me stesso, ma se non imparo a guardarci non trovero' nulla e saro' sempre in questo stato di abbattimento.

Intorno vedo persone relativamente serene e mi viene da chiedermi cosa abbiano (o non )loro che io non ho o forse il contrario. Puo' darsi che guardarsi troppo in fondo dentro, meditare su ogni passo, pensiero, parola detta non porti serenita' e consapevolezza ,ma solo piu' domande e senso di desolazione.
Puo' darsi che occorra ignorare tutto,  assecondare i propri bisogni primari e andare avanti cosi, per essere sereni. E' pernicioso cercare la verita' in ogni azione? Cerco di essere consapevole di ogni azione che compio, di ogni parola che dico,( e qui colgo l'occasione per chiedere scusa se sono stato brusco o scortese verso le traceuses a Milano, cercando di dare consigli) ma sono piu' le volte che mi sembra di sbagliare di quelle in cui sento di agire bene,facendo del bene a me o agli altri. A parole so' che tutto questo e' l' esatto opposto della consapevolezza, sono solo pensieri che vagano senza una direzione, ma come si fa, pur sapendolo, a evitarlo? come fai non inamorarti di una donna anche se sai che ti fara' soffrire? Non si puo',che cazzo! a volte proprio non si riesce...e magari farsi trascinare dagli eventi,dalle emozioni( ormai solo negative) puo' far anche bene,come essere stanchi di nuotare e lasciare che la corrente ti porti dolcemente verso la deriva,un niente da cui ci si possa anche svegliare.

                                                                          FORSE.

giovedì 5 maggio 2011

il cielo si cancellera'

In questo mese non ho scritto perche' avevo molti pensieri in mente, e prima di buttarli giu' con un senso ho cercato di ordinarli, ma senza molto successo. Ho scoperto la biblioteca del mio paese, e ho ricominciato dopo tanti mesi a leggere tanto, una cosa che amo. Prendo ogni titolo che mi salta agli occhi, Hemingway, Alda Merini, Shakespeare, Huxley e Lorenz tanto per citare i primi di questi giorni. Leggere mi permette innanzitutto di capire meglio me stesso (cosa per me importantissima, dal momento che conoscere se stessi e' solo il primo passo per conoscere e cambiare il mondo), di "sapere" che le emozioni che provo sono le stesse che provano gli altri( come il vecchio pescatore de Il vecchio e il mare). Leggere e' per me bello e importante quanto viaggiare, ogni libro e' un viaggio nell'animo umano e qualunque cosa stia leggendo cerco di sentire la solitudine di Santiago, l'amore struggente e doloroso di Lorca, o la filosofia di Epicuro. A volte pero' tutto questo non basta, e nonostante la pratica all'attenzione mi tiro semplicemente troppe pippe mentali. So che a volte mi basterebbe stare un po' in compagnia,avere un lavoro, o poter parlare con qualcuno...ma non  trovo qualcuno e allora mi chiudo in me stesso, prendo lo zaino e me ne vado un paio di giorni sulle montagne,che se proprio devo star solo tanto vale stare in bel posto. la questione della solitudine e' la cosa a cui penso piu' spesso, proprio perche' non capisco se sono io ad averla scelta o se mi sono adattato negli anni a essere escluso fino a credere che sia stata una scelta. Mi chiedo se mi faccia bene o male, e me lo chiedo proprio perche' talvolta la cerco, talatra mi fa star male. John Milton riassume bene la natura umana e la solitudine:


"La mente in se stessa alberga, e in sé può trasformare

Nel ciel l'inferno e nell'inferno il cielo."

Questo la dice lunga sulla condizione mentale di una persona che sta troppo sola in compagnia dei propri pensieri.


Non ce' altro da dire, solo magari un accenno alla "meditazione" che pratico da un mese quasi ogni giorno. Purtroppo la mente e' molto ostinata ed e' una battaglia ogni giorno sedersi sulla mia vecchia coperta a quadri e concentrarsi solo sul respiro e sul tenere la schiena dritta. Non esiste cosa piu' banale e noiosa del respiro,e la mente non fa altro che fuggire su un milione di altre cose piu' stupide, ma piu' interessanti del respiro pur di non concentrarsi solo su quello. Il problema e' che parlarne uccide tutto questo, ma se non scrivo proprio niente tanto vale togliere una palettata di merda dal web e cancellare sto blog.

P.S.: non sapendo dare un titolo a questo post ho preso un libro a caso, una pagina a caso e ho letto le prime parole che ho visto

lunedì 28 marzo 2011

pensierino post-raduno

Senza stare li a descrivere tutto il raduno a Milano organizzato dai Milan Monkeys dal 25 al 27 marzo, cerco di buttare giu' alcuni dei punti su cui sto riflettendo.

Ho avuto la possibilita' dopo tanto tempo di incontrare Vigroux, e anche se non ha parlato moltissimo le cose che ci raccomandava durante l'allenamento sono state molto utili per me, facendomi pensare ai concetti fondamentali della pratica ma che spesso perdo di vista viziato dalla routine degli allenamenti e della solitudine, che non permette dei cambi di punti di vista. Durante la sessione di running precision non si stancava di ripetere la parola a cui non pensavo da un po' e che applico in modo a volte superficiale nell'allenamento e nella vita:FOCUS. Sempre concentrato, su qualunque si stia facendo, proprio come il fuoco di una lente d'ingrandimento, in cui i raggi di luce vanno a concentrarsi in un unico luminoso e caldissimo punto, senza disperdersi. Stesso concetto espresso da Blane sia durante la sessione di percorso veloce sia durante i 45 minuti di posizione dei piegamenti. Tutto questo suona cosi piacevolmente zen, e quindi mi ci trovo proprio bene. Parlando personalmente con Blane ho potuto chiedergli alcune cose a cui pensavo da molto tempo e le risposte che mi ha dato sono state chiare, semplici e illuminanti. Sono concetti che preferisco tenere per me, ma solo perche' riguardano il mio personale modo di allenarmi e vedere il parkour. Credo come sempre che le cose piu' importanti siano inutili e difficili da scrivere, pero' dopotutto questo e' un blog e se non ci scrivo a che serve allora? tecnicamente ho trovato delle cose da migliorare, e fisicamente mi sono reso conto di essere molto piu' deboli di altri, ma l'aspetto che devo allenare di piu' e' senz'altro quello mentale. Sbloccare movimenti in un tempo minore, lavorare anche sulle cose che non mi piacciono tanto, essere piu' focalizzato e presente in ogni cosa, sviluppare la pazienza e la costanza sono le cose che spingero' nei prossimi mesi. E' molto piu' facile allenare il corpo della mente, e cedere cosi a quelle situazioni di stress che frustrano il nostro piccolo ego di merda.

Continua la lotta ogni giorno contro me stesso. ce' un me stesso da combattere? e chi lo combatte? e chi vince? pensaci.




domenica 27 febbraio 2011

picchio buddhico




Stamattina ero nel mio letto, la mente ancora incerta se dormire o svegliarsi del tutto, e gia' rimuginavo di salti da chiudere, parallette arrugginite e altre diavolerie quando (io dormo vicino al balcone con le tapparelle sempre alzate, in modo che sia la luce del mattino a svegliarmi) dal boschetto vicino un picchio mi ha fatto il favore di riportarmi alla realta', come a dirmi ripetutamente col suo martellare sul tronco di tornare al presente. Dopo averlo ringraziato ed essermi alzato non ci ho piu' pensato fino al piccolo allenamento di oggi, al parchetto vicino a casa mia. E qui ho riflettuto molto durante lo stretching riguardo a come "la scena" nel mondo e in Italia stia cambiando e a come possa realmente essermi utile cio' che faccio.

l'ambiente oggi

Bhe' per il mondo posso solo basarmi sulle montagne di video che girano sul tubo, ma nel mio paese vedo ad ogni raduno e ogni volta che vado a Varese che questa disciplina ha perso( solo per il mio modo di vederla) non una parte, ma ormai tutto il suo significato. Questa non e' una critica facile e pronta o uno slancio di invidia verso dei quattordicenni inglesi o italiani che sparano trick che io non so fare, ma e' la riflessione personale del mio modo di vedere il parkour oggi. Sappiamo tutti che e' nato a differenza di altri sport, con lo scopo di migliorare non solo le prestazioni atletiche ma anche e forse soprattutto il proprio benessere psico-fisico e spirituale, e ora questi obbiettivi non li vedo quasi piu'. Alcuni dicono che la disciplina come ogni cosa stia evolvendo, ma dando un'occhiata alla gente intorno a me, non vedo nessuna evoluzione. Mi sono chiesto a fine allenamento: Io oggi mi sto allenando per raggiungere dei livelli di forza, velocita' ecc utili al mio futuro? Oppure vado solo in un parco e mi illudo, sapendo salire un muro piu' veloce di altri, di essere un traceur, o un essere umano migliore? Non sono cosi presuntuoso da poter rispondere di si, ma gia' solo il farmi questa domanda, credo mi renda una persona e forse un praticante migliore. In questo periodo, in cui come detto qualche post fa, sto allenando le basi che mi mancano per essere fisicamente piu' solido, sto pensando tanto al video che vorrei fare ma capisco che e' un'idea difficile da mettere in pratica sia perche' non sono mai stato bravo a filmare, sia soprattutto perche' ho sempre avuto difficolta' a comunicare il mio modo di vedere il parkour e la mia vita. Non voglio solo fare il classico video "alternativo", magari in bianco e nero o con la musica strana per far scena;voglio fare qualcosa che abbia un significato prima di tutto per me, e poi per chi lo guardera' magari chiedendosi se i salti che fanno abbiano un senso che va oltre al buttarsi dal tetto dell'asilo per poter dire hei sono vivo visto quanto so' figo!?

illuminati o menefreghisti?

Spesso mi chiedo, pensando a persone come Belle, Thomas, Vigroux e tanti altri come facciano a praticare la loro filosofia o quello che hanno loro insomma, senza sentire il bisogno di comunicarlo. Quando gli e' stato chiesto in cosa consisteva la sua dottrina Bodhidarma rispose c he era qualcosa che andava oltre le parole e le scritture ,che punta alla propria natura e raggiunge la buddhita'. Eppure pur avendo almeno in minima parte compreso ancora sento il desiderio a volte di spiegare (sia agli altri che a me) , di sviscerare quei concetti apparentemente cosi complicati e all'apparenza incomprensibili. Le rare volte che anche solo per sbaglio salta fuori qualcosa di simile parlandone con qualcuno le risposte sono sempre le stesse:" uhh si, zen buddismo scie chimiche scentology gli shamani la musica delle sfere!!!ma allora non puoi fare sesso sei vegetariano e se rompo questo ramo( crack!) ti incazzi!?" Immagino sia per questo che i grandi uomini siano taciturni e scontrosi, perche' conoscono a fondo la natura umana. Dopo aver passato anni di meditazione conoscono cosi bene loro stessi da conoscere tutta l'umanita'. Ma in questo non ce' niente di sacro o di mistico, e la gente non vuole capirlo. Io vivo non seguendo una certa filosofia e neanche creandola, ma VIVO e basta cazzo. E guai a rispondere male a uno che credensosi circondato da un'aura di parkour mistico e spirituale ti chiede "ma non reciti mille volte al giorno i mantra?allora non sai un cazzo di buddhismo ne di altro!" come se fosse una gara a chi ne sa di piu'. Ci vorrebbe un picchio per ogni coglione che dice ste cose( e al raduno di marzo prevedo di dover chiamare un negozio di animali).

Grazie picchio,

troppi pensieri

uccidono la mente.


mercoledì 23 febbraio 2011

lario 2011

Questo era l'ultimo lago, ora devo puntare a qualcosa di piu'. Sono appena tornato dal viaggio piu' bello che abbia mai fatto, il giro del lago di Como. Non ce' davvero nulla come viaggiare soli, solo coi propri pensieri e le montagne intorno per essere in pace. Sinceramente ho vissuto cosi intensamente questi 3 giorni che non ho nulla da dire, perche' sono esperienze i viaggi che si, puoi raccontare ali amici, ma ogni istante vissuto e' cosi forte, cosi vivo,che le parole non basterebbero. Voglio solo ringraziare le persone meravigliose che ho reincontrato dopo tanti anni o appena conosciuto, in particolare Mura e la sua famiglia per il calore umano che mi hanno donato in cambio di niente. Continuo a sognare ancora piu' vivamente. Qualche foto:




giovedì 3 febbraio 2011

basic happiness

Ho cominciato(praticamente a fine gennaio) il mio allenamento di quest'anno col proposito ( oltre a quelli che mi sono prefissato per il 2011) di creare una vera base di forza,resistenza e velocita' del mio corpo, cose che ho sempre un po' trascurato. Per quasi 5 anni sono sempre cresciuto fisicamente e tecnicamente,ma mai soffermandomi a pensare alle basi, le basi, le basi!! come diceva Blane,"voglio poter spingere,spostare di posizione e fare forza col mio corpo da qualunque posizione e angolazione,"ma senza delle SOLIDE radici l'albero non sta in piedi. ho cominiato quindi a lavorare sia con gli esercizi di base sia con attrezzi comprati a poco prezzo o autocostruiti( e da' soddisfazione costruirsi i propri attrezzi da allenamento), ora la mia camera sembra la palestra di un barbone zen, ma e' tutto semplice funzionale e massacrante.

Ieri, ispirandomi agli allenamenti di Blane nel lontano 2006, son partito con poche serie di poche ripetizioni di tutti i tipi di flessioni e trazioni, e oggi a Varese con un bel cielo azzurro, un fin troppo caldo sole e da solo(per fortuna, altrimenti mi metto a chiacchierare) ho fatto 50 salti su un muretto alto circa un metro e 50 precision tra muretti a 8-9 piedi piu' o meno, oltre a un po' di salti sulle scale proprio al mio massimale e un po' di gioco tecnico; e quando recupero le braccia lavorero' sugli addominali bassi( ancora non tengo un cazzo di l-sit per piu' di 12 o 13 secondi, una cosa schifosa). E' un vero piacere riscoprire di aver cosi tanto su cui lavorare, e ultimamente non ho moltissimo tempo per allenarmi, quindi adesso che la primavera sta arrivando e fa gia' caldo, esco sempre quando posso, anche solo per fare una passeggiata a osservare me stesso, l'eterna bellezza di una tramonto, delle montagne che amo ,o di tutte quelle piccole cose che mi danno occasione di meditare, sempre a vantaggio degli haiku.

Allenandomi con gli attrezzi di casa mi sto ammalando per la rotella per gli addominali( la famosa ab whell in voga negli anni novanta) e finche' non l'avro' masterizzata non saro' soddisfatto. Lavoro anche sulla forza della presa e dell'avambracccio in generale,con la pinza del deca regolabile, 2 manubri con 4 pesi da un chilo trovati in un mercatino dell'usato, con cui fare curl di tutti i tipi per l'avambraccio, il caro wrist roller, le parallette per addominali, planche ecc, la vecchia molla con le maniglie in stile fitness anni 80, la camera d'aria che ho attaccato alla ringhiera del balcone per fare varie isometrie,e tante altre cose. Ispirato a diventare sempre piu' forte, non solo per il parkour, ma per il mio piacere personale di sentirmi bene, forte, in pace, capace, e anche perche' dopotutto alla mia ragazza non dispiace ;).

domenica 2 gennaio 2011

che palle sti titoli

Yea, nuovo anno! Mi sono accorto che per essere un blog nato con l'idea di condividere oltre ai pensieri,i miei allenamenti e progressi fisici,non e' che ci sia molto da leggere a riguardo. Gli obbiettivi che mi ero imposto a ottobre per novembre non li ho raggiunti per 2 motivi: mi e' mancata la voglia(come, Ghost che rompe sempre i coglioni agli altri sull'impegno e bla bla bla non raggiunge gli obbiettivi prefissati?! si! Stavolta potete bacchettarmi). Pero' caspita, pratico da quasi 5 anni e mi ritrovo ancora a scoprire e ad avere spunti nuovi ogni singolo giorno in cui vado fuori ad accarezzare i miei bei muri, e' incredibile, non riesco mai a fissarmi delle cose da fare che trovo movimenti ed esercizi nuovi e divertenti! Eppure se voglio andare un po' piu' in la del mio solito limite devo spingere ma magari con obbiettivi piu' piccoli e alla mia portata, come ho scritto poco tempo fa. Il raduno di Bologna mi ha permesso di confrontarmi con un bel po' di movimenti e persone che non vedevo da tempo, e mi ha fatto un grande piacere discutere con quei pochissimi,vecchi amici e scoprire che nonostante le diverse esperienze fatte nei mesi la nostra maniera di pensare,muoversi e agire sia sorprendentemente simile. D'altra parte i raduni sono anche un metro per vedere il livello di crescita MENTALE(quello fisico non sempre e' il piu' visibile o importante, per me) di altre persone che non si vedono per qualche tempo,e purtroppo vedo molti ottimi atleti non crescere "spiritualmente", e questo mi da un po' di tristezza.

Questo per me' e' un concetto importantissimo, forse il piu' importante per quanto riguarda il parkour, ma che trovo difficile spiegare. Io credo fermamente che un praticante non possa dirsi migliore di sei mesi prima o un anno prima solo perche' ha aumentato di un piede il proprio salto da fermo, ma anche e soprattutto per come sia cambiato il suo modo di parlare,camminare,pensare,agire e relazionarsi con gli altri. Tanto piu' un'uomo diviene saggio accumulando esperienze(di vita e di parkour) tanto piu' dovrebbe diventare umile, discreto, non il contrario! Ma va be',questa e' solo la mia opinione,non conta nulla all'infuori dei miei pensieri. riprendendo il discorso pseudo-tecnico sui miei progressi, dicevo che durante quel raduno mi sono mosso abbastanza bene anche con chi so essere a un livello piu' alto (per dirla tutta la gente come Gato & co. mi ha solo dato un po' meno merda del solito, ma comunque qualche spalata l'ho ricevuta,ah ah!), e ho potuto anche guardare un po' meglio qualche difetto che mi porto sempre dietro,come la paura delle altezze, zero resistenza muscolare, poco equilibrio sulle sbarre...e potrei continuare. In compenso pero' sono diventato un po' piu' forte e propriocettivo (si ,sto' parolone ho capito cos'e' e sto migliorando anche in quello),quindi nel complesso,sono soddisfatto,ma mai abbastanza, come sempre. Ultimamente ,mi sono fissato con l'aumento dei tempi in posizioni scassapalle ma adorabili come la squadra,la tuck planche e via dicendo. Solo che invece di mettermi semplicemente in squadra e stare piu' che posso credo che migliorerei piu' in fretta facendo, se non proprio un programma, almeno una tabellina per segnare le serie e i secondi in cui resisto.

Mentre tecnicamente (influenzato dai bei percorsini di 2 o 3 movimenti da accelerare, e fluidificare che ci proponeva Gato) sto lavorando proprio su queste sequenze di pochi movimenti ma fatti bene, che farebbero poi parte di un percorso vero e proprio fatto bello veloce e istintivo in caso di necessita'. Rileggendo poi una vecchia intervista a Thomas(strano eh?) sono pienamente convinto che il parkour inteso solo come disciplina creata per imparare a superare ostacoli sia solo un mezzo, come la classica canoa per attraversare il fiume (una volta che l'hai attraversato mica te la porti dietro sta' canoa,ti pare?) stupendo e utilissimo, a patto pero' che non si faccia fine a se stesso per tutta la vita. Anche io mi diverto tantissimo ogni giorno,anche solo andando al parchetto vicino a casa a fare 2 salti sui muri,ma sono cosciente che non mi servira' a molto saper fare monkey-cat-to-quello-che-ti-pare, quando avro' 40 anni, mentre sicuramente potrebbe tornarmi piu' utile avere la forza per sollevare un tronco(vedi quell'eroe di Haberey) o stare appeso diversi minuti a un cornicione, ed e' per questo che in futuro non mi limitero' ad aumentare i miei salti tra 2 sbarre, ma cerhcero' di apprendere abilita' in tanti campi diversi e di prepararmi ad affrontare situazioni di vero pericolo, a dover lavorare 10 ore ogni giorno per dare da mangiare alla mia famiglia, o a saper sopravvivere in un bosco. Ma visto che per ora ho 21 anni,mi diverto ancora a saltare piu' in alto e a cercare di fare la V( un'altra cosa su cui sono fissato da tempo) e di trazionare con un braccio (lontanissimo ancora ,ma se mi impegno potrei fare la prima trazione su un braccio entro l'estate).

Ogni giorno e ogni esperienza ci puo' cambiare e migliorare, ma decidiamo solo noi se vedere una lezione o se tenere gli occhi chiusi cuciti dal nostro ego di merda.

"Nel coltivare se stessi non esiste la parola fine, chi si ritiene completo ha voltato le spalle alla via".