mercoledì 25 marzo 2020

La porta senza porta

Come molti che sono costretti a casa da questo virus e da questo momento storico mi sono ingegnato anche io nel creare una routine da seguire che includesse allenamento, lettura, scrittura e l'apprendimento di nuove skills. Oltre a questo pochi giorni fa il mio 31esimo compleanno, festeggiato con challenge proposte dai miei allievi, alcune fisiche altre mentali. Prove interessanti chi mi hanno divertito. Fino a quando un caro amico, l'Uomo Ozioso in persona, con un sorriso amichevole e laconico mi ha invitato a risolvere un koan.

Poche e semplici regole.


Immobile. In piedi contro un muro bianco. Gli  occhi aperti. Per un'ora. In silenzio.

Qualcosa di semplice, ms lontano dall'essere facile.  Nel momento stesso in cui sentivo le sue parole descrivermi la sfida durante la videochiamata ho sentito dentro quell' emozione. Quella di molte sfide e battaglie già combattute.  Quella che si prova la notte prima di partire per un viaggio. Era da diverso tempo che non tentavo una sfida simile, puramente mentale..eppure così fisica! A dir la verità non avevo mai provato qualcosa di questo tipo. l'incontro, o forse lo scontro della mia volontà contro un muro inamovibile. 
Un muro bianco. 
Tutto quello che è successo tra la prima e l'ultima campana rimane un processo interiore. Non per un qualche esoterico segreto, ma solo perchè ha senso leggerne e parlarne solo dopo che lo si è provato.
E' difficile spiegare i motivi che mi spingono a fare queste sfide, e spiegare in che modo c'entrano col parkour. Però posso invitare chiunque a provare. Provare e capire cosa si prova. sono esperienze particolari e personali che secondo me ognuno dovrebbe sperimentare sulla propria pelle per capirne il valore, o l'assenza di valore.  Come ho detto è soggettivo.  Prova. 

Una porta senza porta. Ma che forse porta ad altre porte.




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