giovedì 5 maggio 2011

il cielo si cancellera'

In questo mese non ho scritto perche' avevo molti pensieri in mente, e prima di buttarli giu' con un senso ho cercato di ordinarli, ma senza molto successo. Ho scoperto la biblioteca del mio paese, e ho ricominciato dopo tanti mesi a leggere tanto, una cosa che amo. Prendo ogni titolo che mi salta agli occhi, Hemingway, Alda Merini, Shakespeare, Huxley e Lorenz tanto per citare i primi di questi giorni. Leggere mi permette innanzitutto di capire meglio me stesso (cosa per me importantissima, dal momento che conoscere se stessi e' solo il primo passo per conoscere e cambiare il mondo), di "sapere" che le emozioni che provo sono le stesse che provano gli altri( come il vecchio pescatore de Il vecchio e il mare). Leggere e' per me bello e importante quanto viaggiare, ogni libro e' un viaggio nell'animo umano e qualunque cosa stia leggendo cerco di sentire la solitudine di Santiago, l'amore struggente e doloroso di Lorca, o la filosofia di Epicuro. A volte pero' tutto questo non basta, e nonostante la pratica all'attenzione mi tiro semplicemente troppe pippe mentali. So che a volte mi basterebbe stare un po' in compagnia,avere un lavoro, o poter parlare con qualcuno...ma non  trovo qualcuno e allora mi chiudo in me stesso, prendo lo zaino e me ne vado un paio di giorni sulle montagne,che se proprio devo star solo tanto vale stare in bel posto. la questione della solitudine e' la cosa a cui penso piu' spesso, proprio perche' non capisco se sono io ad averla scelta o se mi sono adattato negli anni a essere escluso fino a credere che sia stata una scelta. Mi chiedo se mi faccia bene o male, e me lo chiedo proprio perche' talvolta la cerco, talatra mi fa star male. John Milton riassume bene la natura umana e la solitudine:


"La mente in se stessa alberga, e in sé può trasformare

Nel ciel l'inferno e nell'inferno il cielo."

Questo la dice lunga sulla condizione mentale di una persona che sta troppo sola in compagnia dei propri pensieri.


Non ce' altro da dire, solo magari un accenno alla "meditazione" che pratico da un mese quasi ogni giorno. Purtroppo la mente e' molto ostinata ed e' una battaglia ogni giorno sedersi sulla mia vecchia coperta a quadri e concentrarsi solo sul respiro e sul tenere la schiena dritta. Non esiste cosa piu' banale e noiosa del respiro,e la mente non fa altro che fuggire su un milione di altre cose piu' stupide, ma piu' interessanti del respiro pur di non concentrarsi solo su quello. Il problema e' che parlarne uccide tutto questo, ma se non scrivo proprio niente tanto vale togliere una palettata di merda dal web e cancellare sto blog.

P.S.: non sapendo dare un titolo a questo post ho preso un libro a caso, una pagina a caso e ho letto le prime parole che ho visto

2 commenti:

  1. Per citare l'abusatissimo Nietzsche "Nella solitudine il solitario divora se stesso, nella moltitudine lo divorano i molti". Della prima parte dell'aforisma me ne sono reso conto in questi ultimi giorni, stando in un posto solitario, che già conoscevo ma che questa volta non lasciava spazio ad alcunché di contemplazione, solo ad un fitto groviglio di pensieri e rimorsi, dove appunto mi facevo a pezzi con le mie mani per le scelte che ho fatto, quelle che non sono riuscito a fare e relative conseguenze... La seconda parte era invece la parte che mi tormentava di più anni addietro, più o meno ora sono più stabile, ma non è mai facile, quello che definisce la nostra individualità, il nostro essere unici, è la parte che più ci spinge a scontrarsi con gli altri, purtroppo.

    P.S. Bello Friedrich.

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  2. Penso, comunque, che tu stia facendo un viaggio molto interessante... dentro te stesso... e non sei mai da solo, specialmente se ti inoltri sulle montagne per cercare la "solitudine"... piante, animali, ogni singolo filo d'erba percepisce la tua essenza...probabilmente siete complementari, tu e la solitudine... imparare a viverla in modo costruttiva è un lavoro molto impegnativo, ma ci si può riuscire...

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