Poche parole e qualche immagine per questa avventura. Avevo programmato una semplice passeggiata in una zona di montagna che non avevo ancora esplorato, senza alcuna aspettativa. Poi camminando mi sono trovato davanti a questa cima che mi chiamava, e ho deciso di raggiungerla toccando così il mio primo 3000. Bettelmatthorn, 3044 mt nella selvatica Val Formazza. Oltre alla severità dei paesaggi e al silenzio ho provato sensazioni simili a quelle provate affrontando la Dama del Lago. Euforia, paura, gioia salendo e preoccupazione nella discesa, Con 30 cm di neve marcia e non avendo nè ghette nè ramponcini. Ma ne è valsa la pena. Questo è un post di parkour. La mia pratica passa senza dubbio anche da queste esperienze.
domenica 13 novembre 2022
sabato 5 novembre 2022
La via della Lana e della Seta
Era dal cammino di Santiago che non camminavo così tanto, ma l'esperienza che ho appena concluso è decisamente diversa da come fu quel cammino. Ho scelto di fare un percorso diverso, meno battuto ma comunque ricco di storia, cultura e paesaggi: La via della lana e della seta, che collega Bologna a Prato per 120 km anche se ho preferito iniziare da Sasso Marconi, eliminando una ventina di km di strada non bellissima. Come sempre, per quanto riguarda cammini e trekking non farò una sorta di guida, ma condividerò le mie emozioni e quello che ha rappresentato per me questo viaggio.
Redenzione
Da alcune settimane il ginocchio che mi ha sempre dato problemi ha cominciato a dolere seriamente, tanto da svegliarmi mentre dormivo e farmi camminare a fatica, figuriamoci fare parkour o escursioni.. Il mio umore era pessimo perchè non sono ancora in grado di tenere separato il mio stato d'animo dalla mia condizione fisica, soprattutto quando si tratta di dolore, un dolore continuo. Però si stava avvicinando il ponte del 1 novembre e non volevo nè sprecarlo stando a casa nè potevo allenarmi come volevo. Allora ricordando un sentiero che ha fatto qualche mese fa un mio amico ho deciso di farlo anche io, contro ogni buon senso. Ti fa male il ginocchio tanto da non camminare e vuoi andare in montagna a camminare con un zaino carico per giorni?
Si. Farò questo cammino come redenzione e uscita da un momento spiacevole. E in ogni paese che attraverserò avrò una possibile via di fuga per prendere un treno o un pullman e tornare a casa. Così mi sono detto.
Organizzazione e partenza
Nei giorni precedenti ho cercato di capire un pò le caratteristiche del percorso che avrei fatto e l'equipaggiamento necessario, stando attento a portare il minimo necessario per stare il più leggero possibile. La via della lana e della seta è un percorso di 120 km che inizia a Bologna e finisce a Prato. Attraversa valli e montagne dell'appennino tosco-emiliano. E' più o meno parallela alla via degli dei (che è di 130 km) ma la VLS ha più dislivello e salite più ripide. E' più selvaggia, attraversando per molti chilometri boschi isolati e pochi paesi ed è moolto meno frequentata, il motivo principale che me l'ha fatta scegliere. Volevo la tranquillità, la solitudine e il silenzio. Non avevo idea di quanto tempo di avrei messo viste le condizioni del ginocchio, ma non avrei potuto metterci più di 5 giorni, dovendo tornare a lavoro il mercoledì. Avrei dovuto darmi una mossa considerando che il cammino è diviso in 6 tappe.
Il cammino passa in mezzo a zone che sono state protagoniste sia degli scambi commerciali di lana e seta nei secoli scorsi sia di battaglie ed eccidi della seconda guerra mondiale. Questo aspetto mi ha colpito molto. Passando anche per la Via Gotica il cammino rende memoria alle tristi storie di resistenza e di stragi da parte dei nazi-fascisti, di battaglie sanguinose sul Monte Sole e Casaglia, permette di fermarsi a leggere le targhe celebrative di soldati canadesi, australiani, sudafricani che hanno salvato vite di paesani durante i feroci scontri. Bandiere che ondeggiavano piano nel vento mattutino con lo sfondo degli appennini.
Avrei fatto questo cammino in totale autonomia, che significa tenda da campeggio e cibo per almeno 4 giorni.
![]() |
Il Carlino, lo zaino compagno di molte avventure, così chiamato per la sua forma slanciata. |
Giorno 1 (Sasso Marconi- poco dopo Grizzana Morandi)
Non sono abituato a questi panorami. Non le lunghe salite delle mie Alpi, ma continui sali scendi su colline assolate e coperte di querciette. Collina dopo collina le gambe prendono un buon ritmo, ma lo zaino è davvero pesante per il molto cibo e la scorta d'acqua ( tutto è secco e ho portato il filtro per niente, non si trova neanche un rivolo d'acqua ) e fa molto caldo. Quando Il caldo inaspettato mi incolla le gambe metto gli auricolari e con un pò di musica si riparte che è un piacere. Gli spazi sono ampi perchè non sono cime maestose quelle che ho intorno, ma in lontananza vedo altre montagne più alte. Monte Cimone, monte Prado da un lato e Monte Adone e le lontane e lente pale eoliche del monte Galletto dall'altro. Cammino con le sopracciglia corrucciate perchè mi sto chiedendo _"come mai il ginocchio non fa malissimo? E' perchè sto portando la ginocchiera di supporto o perchè sto facendo qualcosa che amo e il corpo mi manda endorfine?"
Ma dopotutto non ha importanza. Cammino leggero perchè cammino piano, ascoltando le sensazioni, fermandomi ogni tanto a osservare l'inizio del foliage autunnale tra castagni e querce, nel silenzio perfetto interrotto ogni tanto dai lontani spari dei cacciatori.
infine verso il tramonto mi sono fermato su una collina fuori dal paese di Grizzana Morandi, da dove ho potuto godermi le ultime luci del giorno, stretchare come investimento per il giorno dopo, cenare, e alle 7 e mezza ero già nel sacco a pelo.![]() |
là in fondo a sinistra, Prato. |
![]() |
![]() |
![]() |
devo muovermi. Ma è difficile non fermarsi a osservare ogni dettaglio. |
Il cartello al memoriale Valibona dice 3.25 ore per arrivare in centro a Prato e di solito sono più lento dei tempi indicati dai cartelli in montagna. Metto gli auricolari e inizio a fare una sessione di foot placement da panico su questo sentiero sassoso che scende dolcemente senza cambiare quasi mai nell'ultima luce traversa del tramonto, di un rosso caldo e che dona al bosco l'atmosfera che c'e' a volte nei sogni. Normale ma allo stesso tempo surreale. Cammino e a volte corricchio, le gambe vanno da sole. Cosa assurda dato che fini a poco fa inciampavo camminando in piano da quanto ero stanco. Qui non sbaglio un passo, ma devo stare comunque attento. Prendere una storta adesso agli ultimi kilometri sarebbe proprio un peccato, dopo 100 km senza alcun problema.
mercoledì 10 agosto 2022
Ritorno a Evry e Lisses 2022
lunedì 1 agosto 2022
Il tesoro dell'ignoto (Alpe Devero-Binntal-Alpe Devero)
Alpe Devero
![]() |
"due strade divergevano in un bosco giallo..." |
Bambini che piangevano e coppie che bisticciavano a destra, silenzio e promesse di epicità a sinistra.
Mordor
Trovo sempre un pò brutto cercare di descrivere i trekking che faccio perchè devo necessariamente riassumere ore ed ore di panorami, di dettagli e di paesaggi in poche righe. E' necessario perchè altrimenti mi dilungherei all'infinito. Diciamo quindi che in poche ore ho raggiunto i piani della Rossa con pausa panino e asciugatura maglietta prima dello strappo per il passo della Rossa, uno dei punti che ho trovato più belli di questo giro. Un grande altipiano completamente spoglio, se non per pochi ciuffi d'erba e qualche pozza glaciale sciolta. Si direbbe la parte più povera del sentiero eppure ci ho visto una bellezza severa, silenziosa. Quasi spirituale.
![]() |
Mordor |
E lì, camminando in silenzio tra grossi massi spaccati da vento e gelo...mi sono ritrovato a pensare al mio amico Iohan Guerguiev, morto suicida nel 2021. Una delle persone che più mi ha ispirato in questi anni. Se non sapete chi era andate a vedere quello che stava facendo. Iohan stava girando il mondo in bicicletta attraverso enormi difficoltà e rari momenti di bellezza con una positività e un energia che mi ha fatto sempre vergognare del mio lamentarmi per cose di poco conto. L'ho seguito dall'inizio del suo viaggio otto anni fa fino all'anno scorso. Godetevi il suo viaggio qui, il primo dei suoi 40 video. Ho pensato a lui quando, quasi alla fine di quel pianoro che ho chiamato Mordor, dietro l'ennesino enorme masso da scavalcare ho trovato un laghetto attorniato da questi stupendi, delicatissimi fiori dall'aspetto di batuffoli di zucchero filato, che resistevano a 2400 metri con un vento da sbilanciare e tagliare la pelle. Stavo per bagnare le mie maniche, guardandoli.
Svizzera, su e giù
La via lattea si distende dalla mia sinistra alla mia destra come un nastro sfilacciato e interrotto da zone buie e zone più chiare e lattiginose. Alcune stelle sono così luminose da intravedersi attraverso il telo della tenda, e satelliti e stelle cadenti passano ogni tanto con una chiarezza che sono felice di non vedere tutti i giorni. Non vorrei mai abituarmi a questo spettacolo. Ma andiamo avanti. Questo post nasce in realtà per un altro motivo. La mattina alle 5, ancora col buio mi sono stufato di rigirarmi nel quilt e ho sbaraccato. Faceva freddo ed era il 30 luglio. Meraviglioso ricordarsi cosa significa avere freddo. Colazione rapida con caffè e busta di avena e alle 6 stavo già camminando. In un paio d'ore ho raggiunto rapidamente il Passo Devero. Stupendo camminare per raggiungere il sole lassù in cima al passo e scaldarsi un attimo prima della lunga discesa. Il passo era deserto. Mi sono voltato per salutare le montagne svizzere e ho scavalcato rientrando in territorio italiano verso I laghi. Con molta calma perchè le discese sono la mia debolezza, con le caviglie di vetro che mi ritrovo. Paradossalmente a parità di tempo copro più dislivello in salita che in discesa. alle 10 ero di nuovo all'alpe Devero, stordito da tute le voci delle persone che passavano, (bastano poche ore di solitudine per abituarsi al silenzio) chi guardando il telefono, chi chiacchierando di cosa avrebbero fatto il giorno dopo al lavoro. Spero ci fosse qualcuno che stesse vivendo nel presente, su quella ghiaia nella valle.
![]() |
Ore bho, poco dopo l'alba sul passo Devero coi mitici pantaloncini. |
Discesa e riflessioni
![]() |
la via prosegue senza fine lungi dall'uscio dal quale parte |
![]() |